Renato Guttuso (Bagheria, Palermo, 1911 – Roma 1987). Tra i più significativi rappresentanti dell’arte italiana contemporanea, si distingue per una visione dolorosamente ma umanamente poetica e per la ricchezza delle forme stilistiche. Formatosi studiando a fondo le grandi correnti figurative moderne europee, a Milano aderì alla fondazione del movimento di “Corrente” e partecipò alla lotta antifascista. Muovendo da un violento espressionismo, con forti accenti di denuncia sociale (Fucilazioni, la già citata Crocifissione, Fuga dall’Etna, ecc.), si orientò poi verso le scomposizioni formali di Picasso e del cubismo (serie delle Cucitrici) assumendo, in seguito, un intenso accento realistico non disgiunto da una costante e rigorosa ricerca disegnativa e coloristica che lo sospingeva a superare la denuncia di tono espressionistico in una visione più ampia e corale (paesaggi di Scilla; Pescatori; Minatori; Battaglia al ponte dell’Ammiraglio; La spiaggia).
Dal 1960, superato nel racconto l’intento sociale e celebrativo, G. guardò con interesse alle soluzioni dell’avanguardia europea, proponendo una serie di opere in cui il linguaggio iconografico, dagli accesi cromatismi, si arricchisce di riferimenti allegorici, desunti dalla rielaborazione dei capolavori dei grandi maestri (Dedicato al maestro di Avignone – da Grünewald a Picasso, 1973; La Primavera di Botticelli, 1985, Varese, coll. priv.). Vincitore del premio Bergamo (1942) e del premio Marzotto (1960), nel 1972 è stato insignito del premio Lenin per la Pace. Redattore di Paragone, scrisse numerosi saggi e articoli e nel 1972 pubblicò Mestiere di pittore: scritti sull’arte e la società. Autore di serie di disegni che si impongono per l’incisiva forza del segno, nel 1985 ha anche realizzato una serie di pannelli decorativi (142 metri) per il soffitto del teatro di Messina.